giovedì 10 settembre 2020

Le giuste e prudenti ragioni del NO al Referendum Costituzionale


LUNEDÌ 14 SETTEMBRE ALLE ORE 21.15, IN DIRETTA STREAMING SULLA PAGINA FACEBOOK DE LA CASA ROSSA

Tutti insieme, Cinque Stelle, PD, la Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, danno indicazione di votare Sì al Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre 2020 per ridurre il numero dei Deputati da 630 a 400 e quello dei Senatori da 315 a 200.

É evidente che, passando da un numero di 945 parlamentari a 600 (-37%), sarà più facile per le lobby e per soggetti come il signor Benetton provare a esercitare pressione con lo scopo di controllarne le decisioni. Del resto non è un mistero che Autostrade per l'Italia abbia finanziato il PD e la Lega. Evitiamo ogni commento a tale proposito.

Sappiamo che molti non si sentono rappresentati dagli attuali Deputati e Senatori di Camera e Senato. Se un domani si affacciasse nel Paese una forza che fosse schiettamente popolare e che si battesse per l'emancipazione e la giustizia sociale, questa forza sarebbe in grave svantaggio rispetto ai Partiti che oggi propongono di votare Sì, tutti insieme.

Ricordiamo che il declino di Renzi iniziò più veloce dopo la sconfitta del Referendum che si era intestato insieme alla Boschi nel 2016. Le forze dell'attuale Governo si erano impegnate a discutere in Parlamento una nuova legge elettorale poiché è indispensabile, nel caso in cui la riduzione del numero dei Parlamentari da loro proposta venisse approvata dal Referendum Costituzionale del 20 e 21 settembre.

Votare Sì senza una nuova legge elettorale è un salto nel vuoto. In questo modo anche coloro che fossero orientati a votare Sì alla riduzione, devono sapere che è come se fossero giocatori di poker che puntino al buio. In buona sostanza dicono sì, ma senza conoscere le nuove regole che consentiranno di portare i propri rappresentanti in Camera e Senato.

Votare Sì significa quindi cambiare la Costituzione e imboccare una strada che, una volta rivelatasi sbagliata sarebbe, senza ritorno.

Votare NO invece significa certamente sapere che, pur non essendo la situazione attuale desiderabile, non ci si fa saltare i ponti alle spalle. Votare NO vuol dire non chiudere alla possibilità del cambiamento.

La Casa Rossa di Milano e l'ANPI Bassi-Viganò ne parlano con Pierpaolo Pecchiari (Comitato per il NO - Milano) e Maria Agostina Cabiddu (Coordinamento Democrazia Costituzionale - CDC), lunedì 14 settembre alle ore 21.15 in diretta streaming sulla pagina Facebook di La Casa Rossa: https://www.facebook.com/lacasa.rossa.3/live




venerdì 21 febbraio 2020

Io voto NO


Sul Referendum del 29 marzo 2020


Dalla Segreteria Nazionale ANPI
"E’ chiaro da tempo che la crisi della democrazia che attraversa l’Italia è una crisi di rappresentanza, causata da leggi elettorali che hanno favorito l’elezione di nominati dalle segreterie dei partiti, dal crescente potere dell’esecutivo sul parlamento, dal progressivo cambiamento della natura stessa dei partiti. Invece di operare per eliminare la cause di tale sfiducia, aggravata dalle perduranti e gravi difficoltà economiche e sociali in cui versa il Paese, da anni si insiste in vari modi per cambiare la Costituzione, privilegiando sempre il tema della governabilità su quello della rappresentanza, mettendo in discussione la divisione dei poteri ed aggravando così la crisi di sistema. L’ultimo effetto della continua campagna per modificare i meccanismi democratici del nostro Paese cambiando la Costituzione è la legge di modifica costituzionale che riduce il numero di parlamentari, una legge rispetto a cui abbiamo in passato espresso le nostre critiche, che oggi ribadiamo.
E’ falso che con tale legge aumenterà l’efficienza dei lavori delle Camere, perché si renderà invece precario e macchinoso il funzionamento delle commissioni e degli altri organi del Parlamento. E’ demagogico esaltare il risparmio di costi derivante da tale riduzione, perché si tratta di una cifra sostanzialmente irrilevante rispetto alle dimensioni del bilancio dello Stato. La verità è che questa riforma, mal congegnata, risponde ad una logica populista ed antiparlamentarista, che aumenta il discredito verso la democrazia, insistendo sul tema dei suoi “costi”, spesso necessari per un suo corretto funzionamento, verso le istituzioni democratiche, riducendole a “poltrone”, verso gli eletti, sprezzantemente definiti “la casta”. Non solo: questa riforma pone l'Italia fra i Paesi europei col più alto rapporto fra numero di cittadini e numero di parlamentari, rendendo più difficile proprio la rappresentanza, difformemente dall’orientamento dei Costituenti che avevano invece inteso garantire un corretto rapporto fra numero di eletti e di elettori. Per di più occorrerà riscrivere immediatamente la legge elettorale, al fine di garantire la presenza in parlamento, a rischio, con tale riforma, di tante forze politiche, e rivedere i criteri di elezione del Presidente della Repubblica da parte dei grandi elettori delle Regioni.
Per queste ragioni l’ANPI prende posizione per il NO al prossimo referendum operando, com’è sua tradizione, in piena autonomia anche organizzativa in ogni aspetto dello svolgimento della campagna referendaria non aderendo di conseguenza ad alcun tipo di comitato, e ponendo al centro del dibattito pubblico una più ampia riflessione sui continui tentativi di manomettere la Costituzione, che invece, oggi più che mai ed in ogni sua parte, conferma straordinari elementi di attualità e di modernità. Ribadiamo l’assoluta necessità di una reale attuazione delle disposizioni costituzionali, che ancora oggi sono disattese in parte rilevante, e l’urgenza di ribadire e rilanciare la centralità del Parlamento rispetto al potere del governo, sempre più esteso e incontrollato, all’abuso di decreti legge e di voti di fiducia, alla prassi di spostare al di fuori del Parlamento le sedi del dibattito e persino delle decisioni proprie delle Camere. Più in generale, davanti alla crisi economica e sociale da cui l’Italia non è mai uscita da un decennio, occorre finalmente operare per la realizzazione concreta dei principi costituzionali in merito al lavoro, alle imprese, alla sanità, alla scuola, ai servizi, all’ambiente, alla cultura, al paesaggio, alla legalità, alla solidarietà, all’eguaglianza, alla pace."

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI
14 febbraio 2020