lunedì 15 luglio 2013

Comunicato della Segreteria Nazionale ANPI sulle falsificazioni dei fatti di Via Rasella

Pubblichiamo di seguito il comunicato con cui la Segreteria Nazionale ANPI ha
chiesto ai vertici RAI di rettificare le falsificazioni dei fatti di Via Rasella messe in
atto nel corso della puntata dell’ 8 luglio del programma “Il viaggio”:

Abbiamo appreso, con sdegno, quanto è stato detto - a proposito di via Rasella e delle Fosse
Ardeatine - nel corso della trasmissione di lunedì 8 luglio su Rai 3, in prima serata, nel programma “Il
viaggio”, condotto da Pippo Baudo; ed abbiamo apprezzato il pronto intervento dell’ANPI di Roma,
con esatte puntualizzazioni. I tentativi del conduttore Pippo Baudo, pubblicati sulla stampa
nazionale, di attenuare e “chiarire”, sono stati, in un certo senso, peggiori del male,
perché alla fine si è avallata ancora la tesi della responsabilità dei partigiani per quanto è
avvenuto, a Roma, in quel tragico marzo del 1944, insistendo nella deformazione dei fatti
e nella formulazione di giudizi oltraggiosi e sommari.
L’ANPI Nazionale tiene a ricordare agli ignari e a coloro che vogliono dimenticare o deformare la
realtà: che l’azione condotta dai partigiani (fra cui Bentivegna e Capponi) è stata
riconosciuta come “legittima azione di guerra” da due sentenze della Cassazione,
pronunciate rispettivamente in sede penale e civile; che da tutti gli atti dei processi
risulta con chiarezza che non ci fu nessun avvertimento preventivo, né fu offerta alcuna
possibilità per i partigiani di assumersi la responsabilità di salvare vite umane, per la semplice
ragione che – invece – i comandi tedeschi decisero di comunicare la notizia dell’eccidio alle Fosse
Ardeatine solo dopo l’esecuzione; che i Gap che operarono dopo l’8 settembre, erano “gruppi d’azione
patriottica” e non possono essere confusi con i “gruppi armati proletari”, costituiti dai terroristi molti
anni dopo; che infine Bentivegna non è mai stato parlamentare, mentre è assolutamente pacifico che
a lui fu assegnata una medaglia d’argento ed alla Capponi una medaglia d’oro proprio per le azioni
compiute nella Resistenza, a Roma e altrove; che, infine, alcune delle affermazioni effettuate nel
corso della trasmissione anche dal Direttore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine sono state definite
“false” da una sentenza del 2007 della Corte di Cassazione. L’ANPI Nazionale ritiene
indispensabile che vengano effettuati un preciso chiarimento e una reale precisazione dei
fatti nel corso della stessa trasmissione o in qualsiasi altra forma pubblica, per ristabilire
la verità. A questo fine formula una precisa richiesta indirizzata non solo ai protagonisti
della recente vicenda, ma anche al Presidente e al Direttore generale della Rai; richiesta
che sarà proposta anche in modo formale, riservandosi l’ANPI – in caso contrario – di
esperire ogni necessaria azione a tutela dell’immagine e dell’onore dei partigiani, come
espressamente richiesto e previsto dallo Statuto dell’Associazione. Non può, non deve
essere consentito, infatti, di infangare l’onore e l’immagine di partigiani combattenti, il cui contributo
alla lotta di Liberazione è stato ampiamente e definitivamente riconosciuto, al di là di ogni
mistificazione e di ogni strumentalizzazione.

LA SEGRETERIA NAZIONALE ANPI

Roma, 12 luglio 2013